LA MAGNIFICA STORIA del CORNO da CACCIA

 Un percorso tra i diversi contesti della pratica
La pratica, nata a metà Seicento per le cacce reali, richiamò subito l’attenzione di grandi musicisti, che la svilupparono nella prima metà del ‘700 per impiego in orchestra, dove oggi lo strumento è denominato anche “corno barocco”.
La mattina alle 11.00 avrà luogo un concerto di corni, a cura del M° Ermes Pecchinini, con giovani cornisti, che eseguiranno musiche G.F. Haendel, A. Vivaldi e J.D. Heinichen, che operò alla corte di Dresda. I momenti musicali introdotti dal Maestro sono il risultato di 8 mesi di corso di formazione tenuto alla Reggia di Venaria nel quadro del bando del Ministero della Cultura (Legge 77) riservato agli elementi immateriali UNESCO e organizzato dall’Accademia di Sant’Uberto, che ha seguito l’iter di candidatura per la comunità di praticanti italiana, in particolare piemontese. Strumenti originali barocchi dell’Accademia sono stati messi a disposizione degli studenti.
Il pomeriggio invece, dalle ore 16.00, sarà in scena la musica del corno da caccia denominato d’Orléans, in Re, oggetto di candidatura. Suonatori del “Club Perinet” presenteranno le fanfare di caccia che caratterizzano scene di carattere di venatorio nelle pitture di Vittorio Amedeo Cignaroli conservate presso la residenza e fantasie che esprimono lo sviluppo attuale della prassi esecutiva a partire dagli inizi del XIX secolo. La performance sarà anche occasione per introdurre le antiche tecniche costruttive dello strumento destinato all’uso delle corti d’Europa, di altissimo valore già all’epoca, e l’attività di artigiani che ancora ai nostri giorni consentono di mantenere la pratica viva, e in continua evoluzione per le generazioni future, come previsto da ogni riconoscimento di patrimonio culturale Immateriale UNESCO, di cui quest’anno ricorrono i 20 anni della Convenzione (2003-2023).
La presenza del gruppo francese Perinet è altresì testimonianza dell’affezione dei visitatori d’oltralpe verso le residenze sabaude, ma in particolare la Palazzina di Caccia di Stupinigi, che dal 2020 è meta di specifiche visite organizzate dai suonatori di corno che ne hanno allargato e diffuso la conoscenza presso le comunità dei loro territori, come unico caso in Europa di conservazione nei secoli di una identità: patrimonio architettonico, artistico, paesaggio naturale e “sonoro”.

Progetto finanziato a valere sui fondi

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Legge 20 febbraio 2006, n. 77 “Misure speciali di tutela e fruizione dei siti e degli elementi italiani di interesse culturale, paesaggistico e ambientale, inseriti nella “lista del patrimonio mondiale”, posti sotto la tutela dell’UNESCO”