Loisir di corte
Negli anni in cui nasceva l’Associazione di Sant’Uberto le residenze sabaude erano in pieno restauro e non mostravano più nulla dell’originario spirito di loisir, un concetto non traducibile letteralmente come semplice svago, ma riconducibile piuttosto all’insieme di quelle attività fisico-intellettuali che animavano gli spazi esterni di regge e palazzine, coinvolgendo il principe e i suoi dignitari in un’intensa vita di corte. Con forti implicazioni di carattere educativo, relazionale e politico, che ne ampliano e ridefiniscono alla radice il significato.
All’epoca (1996) tra i loisirs veniva ricordata la sola attività venatoria, che veniva svolta nei boschi circostanti e che costituiva la ragione stessa per cui, a suo tempo, furono costruite le residenze reali. Un’attività che in epoca barocca assurse a vero e proprio manifesto politico della magnificenza dell’apparato di corte, dimostrazione visibile dell’abilità fisica e tattica del sovrano e dei suoi dignitari, in vista di guerre sempre imminenti.
Su incarico delle autorità preposte ai restauri, gli studiosi dell’Accademia hanno reperito una vasta documentazione (nello specifico sui giardini della Venaria Reale e del Castello di Moncalieri) che, non solo ha riportato alla luce altre tipologie di gioco agonistico dell’epoca, ma ne ha ampliato il significato e le implicazioni.
Da semplice svago quale è tuttora considerato, il gioco è stato riconosciuto come elemento formativo fondamentale nel percorso educativo di principi e giovani nobili.
Nei giardini di corte infatti, le azioni ludiche di spiccato carattere marziale (assalto al fortino, esercitazioni di scherma o di tiro all’arco) venivano affiancate da attività più “divertenti” come gioco delle bocce, biliardo da terra, varie forme di gioco del maglio e volano, che possono variare al variare di usi e costumi.
Il pensiero medico ne ha invece evidenziato i benefici per la salute del corpo: il contributo nell’acquisizione di destrezza, affinamento della mente, coordinamento e precisione, oltre alle qualità morali di legittimità e correttezza.

Ulteriore significato e implicazione del “gioco agonistico” è infine quello di essere forma di aggregazione in grado di rafforzare i legami personali e di stabilirne di nuovi, trasmettendo un implicito messaggio all’élite di corte: per i nobili che in gioventù hanno goduto del privilegio di condividere le attività del loisir con il principe, il legame dovrà continuare negli anni, concretizzandosi nel sostegno alle azioni di governo del sovrano. Le ricerche sul gioco dell’Accademia di Sant’Uberto hanno inoltre evidenziato l’importanza storica del trincotto, denominazione piemontese per la pallacorda o jeu de paume, sport antesignano dell’attuale tennis.